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È sempre Zemanlandia: "La gente va allo stadio per vedere i gol..." (intervento al Festival dello Sport)

Notizie || 24/09/2022

Al Festival dello Sport accoglienza trionfale per il tecnico, con fuochi d’artificio: "Con il Var qualche sconfitta me la risparmiavo. Dove sono stato la gente si divertiva, magari la società no, per questo mi mandavano via"

“La gente viene allo stadio per vedere i gol, quello è il succo del gioco del calcio, non per uno 0-0 senza che succeda niente”. Il Festival dello Sport saluta Zdenek Zeman con un’accoglienza trionfale. E il profeta di Zemanlandia non tradisce i suoi fondamentali. “Purtroppo in Italia siamo sempre alla mentalità dell’”l’importante è non prenderle”. Comunque, dice il tecnico, “se c’era il Var ai miei tempi qualche sconfitta me la risparmiavo”. Soprattutto in una stagione. “L’anno del quinto posto con la Roma avremmo potuto avere 20 punti in più. Gli errori arbitrali ci possono stare, ma quando sono troppi ti fai delle domande”. Era l’epoca delle sue denunce sul calcio “che deve uscire dalle farmacie e dagli uffici finanziari”. Zeman racconta tutto con semplicità: “La gente che gioca al calcio deve essere sana. Perché dare dei farmaci a chi è sano? Io penso che i farmaci si debbano dare ai malati”. Zeman dice di aver pagato un prezzo “perché diverse squadre che volevano prendermi non lo fecero per i suggerimenti del sistema. Purtroppo il calcio è condizionato da tanti interessi che stanno fuori dal campo. Però per fortuna, almeno fino all’anno scorso, ho potuto fare ciò che mi piace”.

Zeman, intervistato dal vicedirettore della Gazzetta Andrea Di Caro, ripercorre tutta la sua storia. Dal campo di pallavolo “dove facevamo di tutto” a quel biglietto di ritorno per la Cecoslovacchia per il 22 agosto del 1968, il giorno dopo l’arrivo dei carri armati sovietici che cancellarono la Primavera di Praga. Zeman rimase in Italia e cominciò un’altra storia: l’Italia. “Dove sono stato la gente si divertiva, vincendo o perdendo, magari la società no, per questo mi mandavano via”. Gli anni di Zemanlandia, del Foggia, della Lazio, della Roma, del Lecce. E di Papa Wojtyla: “Mi volevano far saltare la fila, ma io ho detto no e ho fatto otto ore, per lui, per incontrarlo, lo faccio”. Ovviamente Zeman significa anche tanti campioni scoperti, lanciati, rilanciati. Si passa da Nesta “in un certo momento il miglior centrale del mondo” a Totti che è stato uno dei tre fuoriclasse del calcio italiano degli ultimi decenni. “Sì, lui Rivera e Baggio hanno avuto qualcosa in più”. L’incontro non vuole finire, siamo ai tempi supplementari. Ma Zeman non abdica. Anche se ora è cambiata un po’ la sua vita. “Ora devo fare il nonno”.

Qui potete guardare tutta l’intervista (da non perdere).

 
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