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Ciro e Lorenzo coppia ideale. A Pescara con me erano già così

Notizie || 13/06/2021

Potrò dire che l’altro ieri all’Olimpico c’ero anch’io. Non tanto per la spettacolarità della gara sulla quale credo sia giusto fare un’analisi equilibrata, quanto per la ripartenza che questa partita di esordio degli Europei ha rappresentato nell’immaginario collettivo dopo tanti, troppi, mesi di difficoltà, paure e ansie causate dalla pandemia. E’ stato un primo passo: finalmente si è giocato davanti al pubblico, anche se l’Olimpico era pieno solo per un quarto di pochi fortunati e i più rumorosi sono stati i tifosi turchi. Ma la sensazione di parziale ritorno alla normalità c’è stata, ed è stato bello viverla. Era tanto tempo che io come tutti non andavo allo stadio. L’ultima volta era stata per una partita del Lavello, allenato da mio figlio Karel, ma lì sugli spalti eravamo solo in 60... Una partita con i tifosi è tutta un’altra cosa. Il calcio dell’ultimo anno è mezzo è stato un altro sport. Giocare nel silenzio, davanti a spalti vuoti, con il rimbombo delle voci dei giocatori e vederli a fine partita tenersi per mano per saltare davanti a curve vuote per festeggiare una vittoria, è stato triste.Ora piano piano cerchiamo di tornare alla normalità. Ci vorrà tempo, ma l’augurio e l asperanza è di riuscirci il prima possibile, anche perchè pure l’Olimpico con 15 mila persone è tanto diverso dallo stadio pieno e caldo che ho vissuto da allenatore. Il comprensibile entusiasmo e l’enfasi per questo inizio ha forse fatto esagerare qualche valutazione, la grande stima che ho per Mancini e per il percorso finora sostenuto mi permette di dare un giudizio un po’ più tecnico-tattico senza nulla togliere a una vittoria senza alcun dubbio cercata e meritata. Nel primo tempo non si è vista una grande Italia: la Turchia, che certamente ha deluso per prestazione e atteggiamento tattico rinunciatario, si è chiusa nella sua trequarti cercando sin dall’inizio di tenere lo 0-0 senza quasi mai riuscire a ripartire. Ma poche volte l’Italia è riuscita a far girare palla con la giusta velocità, buttando anche qualche pallone di troppo. Molti errori di precisione, misura e in qualche caso di scelte. Spesso abbiamo visto portare un azzurro portare palla con i compagni fermi, evidenziando una difficoltà di movimento e smarcamento. Molto meglio è andata la ripresa, complici i maggiori spazi che si sono aperti. La Turchia ha avuto un solo contropiede in tutta la partita, per fortuna a recuperare su Under c’era il più veloce dei nostri, Spinazzola, per me il migliore. Per il resto, in campo, c’è stata solo l’Italia: i turchi ci hanno regalato un gol e mezzo con l’autorete e lo sciagurato rinvio del portiere sul 3-0, ma il resto dell’azione e l’assist di Immobile per Insigne è stato molto bello, come il tiro a giro, suo marchio di fabbrica. Ciro e Lorenzo mi hanno riportato alla mente ricordi e sensazioni di quando vestivano la maglia del Pescara sotto la mia guida. Ho rivisto la loro intesa di un tempo, il trovarsi ad occhi chiusi, il parlare una stessa lingua, il saper fare quei movimenti con e senza palla, che spero e credo di aver contribuito a insegnargli. Mancava il terzo di quel magico trio pescarese, Verratti, che credo anche ieri sarebbe stato molto importante per la capacità di verticalizzare e trovare varchi che altri difficilmente vedono. Il suo recupero offrirà a Mancini una carta in più. Non erano i soli “zemaniani” in campo, tra quelli che ho allenato c’erano anche Florenzi e Barella. Dalla parte di Alessandro si è attaccato meno, ma sia lui che Spinazzola hanno partecipato sempre alla manovra sovrapponendosi agli esterni offensivi. Nicolò dimostra di essere cresciuto tantissimo e di saper regalare degli inserimenti in cui unisce gamba e qualità. Il tridente offensivo ieri è stato completato da Berardi. Che avesse sempre fatto bene col Sassuolo si sapeva, che possa fare altrettanto bene con l’Italia lo sta dimostrando. Con lui e Chiesa, siamo a posto a destra. Molti si chiedono se un attacco con Insigne e Immobile possa reggere il confronto con reparti dove brillano giocatori come Mbappé e Lukaku. Io faccio un discorso diverso: alcuni sono grandi individualità capaci con una giocata di decidere un risultato, altri sono abituati a coprire l’area e a giocare maggiormente da soli, mentre la bellezza di Immobile-Insigne è che formano una coppia. Giocano insieme, l’uno per l’altro, si cercano, si trovano. Sono convinto che l’Italia possa andare molto avanti, fino a dove è più difficile stabilirlo, ma se ci riuscirà sarà proprio attraverso il gioco corale e il feeling tecnico di alcuni suoi uomini. Il percorso è appena cominciato, godiamoci l’entusiasmo mantenendo equilibrio nell’analisi. E’ il modo migliore per andare avanti e per aiutare questo gruppo a crescere senza sentirsi arrivati. Ma a questo, penserà Mancini.

Zdenek Zeman

(Gazzetta dello Sport - 13 giugno 2021)