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La conferenza stampa di presentazione di Zdenek Zeman a Lugano (con video)

Notizie || 17/06/2015

Zdenek Zeman ha risposto alle prime domande da allenatore del Lugano nella conferenza stampa di presentazione:
"Non si può fare la preparazione vera, in estate c'è poco tempo tra fine campionato e inizio. Qualche cosa bisogna cambiare sul piano fisico rispetto a quello che facevo finora, sul piano tattico non ci dovrebbero essere problemi.
Io la squadra non la conosco come individualità, ci serve un po' di tempo per conoscersi. Ci vuole del tempo per vedere cosa manca a questa squadra o cosa avanza e poi si potranno trarre le conclusioni.
Non conosco il calcio svizzero? Non lo ritengo un problema…ho visto che anche qui ci sono i campi con le stesse misure, i palloni con le stesse misure. Non vedo problemi in questo."
"Avrò bisogno di almeno una settimana prima di trarre le prime conclusioni sulla squadra."

Cosa si prova a sentire un presidente dire che la ama?
"L'ho sentito tante volte però poi ogni tanto è finito prima…"

Cosa non ha funzionato a Cagliari? Il botta e risposta con il presidente Sebastiani?
"Su Cagliari avevo qualche problema. Anche se fino a Natale abbiamo fatto anche un buon calcio, fatto belle partite come con l'Inter dove abbiamo vinto per 4 a 1, purtroppo le partite in casa anche se dominando non siamo riusciti a chiuderle e poi la squadra ne ha risentito psicologicamente. Al mio ritorno non ho trovato più la squadra con la determinazione e la convinzione di potercela fare. Il discorso di Pescara è più sul piano umano. Ripeto non ci vorrei tornare ma dispiace che il presidente mercoledì ha detto che ero l'allenatore e poi non si è fatto più sentire. Lo chiamavo e non mi rispondeva. Non ci voleva niente a dire 'ho cambiato idea'…sul piano umano mi ha amareggiato"

Ci può dire le altre 4 squadre che l'avevano contattata?
"Non si può dire… devono prendere un altro allenatore e non è giusto che si dica lui è il sostituto di questo o quello..però erano più di 4"

Può convincerci che Lugano non è la sua ultima scelta e che lei non viene in Svizzera perché non aveva altre possibilità?
"Io ripeto che avevo 5-6 squadre che aspettavano in Italia. Se ho deciso di venire qui è perché spero di trovare una società, una squadra dove posso lavorare in pace secondo le mie idee e secondo le mie convinzioni"

Il presidente le ha posto obiettivi?
"Il presidente non mi ha posto obiettivi. Io spero che gli obiettivi si trovano durante la stagione. Normale che io parto con una società ed una squadra neo promossa ed io conto molto sull'entusiasmo della società e della squadra sperando che si vuole migliorare ed andare più avanti possibile."

Un calciatore svizzero che lei apprezza
"Un calciatore svizzero che io ho avuto è Di Matteo alla Lazio che mi dato grosse soddisfazioni in quel periodo e poi si è affermato anche come allenatore oltre che come giocatore. In Italia anche se si dice che il campionato svizzero non è all'altezza giocano tanti giocatori svizzeri quindi vuol dire che c'è qualcosa di positivo…"

Negli ultimi dieci anni le sue convinzioni sono cambiate?
"Le mie idee di base del calcio le ho da quaranta anni e quelle non le ho cambiate. Posso cambiare mezzi di allenamento ma la mia base non cambia".

I giocatori che è riuscito a forgiare e di cui è veramente orgoglioso:
"Son troppi…magari quelli che hanno cominciato con me: Nesta, Signori…Totti. Son tanti. In nazionale sono arrivati almeno 30 giocatori allenati da me, altri c'erano già da prima."

Le sue idee non cambiano da 40 anni, dove trova le motivazioni per ripartire?
"A me piace, a me piace costruire, a me piace vedere le squadre giocare un buon calcio, si cerca di fare di tutto per farlo. Ancora non mi sono stancato, nonostante le tante esperienze, anche negative. Anche se forse dalle esperienze negative si impara di più."

Punterà sui giovani? Il Lugano lo scorso anno ci ha puntato molto.
"Se dimostrano delle qualità sicuramente io sono contento. Poi sta anche a me   cercare di migliorarli e darci la possibilità. Il campionato è diverso da quello dello scorso anno e ci sarà bisogno di qualcosa di più. Ma di solito i giovani maturano e migliorano. Mi auguro che anche i giovani che c'erano l'anno scorso maturano e migliorano e si rendono conto che il campionato non è facile."

Recentemente è stato ospite di Guardiola. E' vero che l'ha invitato a Lugano?
"Lui mi ha invitato diverse volte ed io ho accettato perché ritengo che Guardiola è il miglior allenatore oggi su questa terra. Ci ho parlato e sono contento che anche a lui piace il mio calcio…abbiamo parlato di Calcio."

Ruberà qualcosa a Guardiola?
"Io penso che ci ruberemo a vicenda"

Lei col suo calcio fa spettacolo ma l'accusano di curare poco la fase difensiva. Le danno fastidio queste accuse?
"Non è proprio così. Nel calcio ci sono due fasi: una offensiva ed una difensiva. Io cerco di fare tutte e due le fasi ma capisco che i giocatori si  divertono di più a fare quella offensiva. E' un gioco ed i calciatori si vogliono anche divertire…molte volte anche questo si paga. Però noi curiamo anche la fase difensiva. Con la Lazio siamo arrivati secondi ed avevo la difesa migliore.."

Ha avuto altre esperienze all'estero non felici. Perché a Lugano dovrebbe essere diversa?
"Sono state poco felici perché non ci siamo capiti. A Lugano è diversa perché posso parlare italiano. In Turchia turco non mi riusciva. Ho avuto grossi problemi con traduttori. Nel senso che io dicevo 5 parole e loro parlavano mezz'ora. Ed io non capivo che cosa gli dicevano. A Stella Rossa sono stati problemi societari e mi sono dimesso per quello. Giocatori non prendevano stipendi da anni…brutta situazione. Io spero che almeno qua nel Canton Ticino mi si capirà".

 
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